Cassandra, nel mito, era considerata un personaggio che rappresentava le persone in grado di fare previsioni sul futuro. Questo mito era stato tramandato oralmente per tradizione a tutta la popolazione, tutti conoscevano quindi la fine. Ancora oggi nella psicologia, è usato per descrivere la sindrome di Cassandra: patologia che porta a formulare profezie avverse sul proprio futuro o su quello degli altri. 

Cassandra era una veggente troiana, era in grado di prevedere il futuro ma nessuno le credeva, tutti ignoravano le sue previsioni, poiché erano generalmente catastrofiche. Era anche riuscita a prevedere la distruzione della città di Troia.

Cassandra, figlia di Priamo e sorella di Ettore, viene citata in Omero soprattutto nei testi successivi all’Iliade che parlavano degli avvenimenti del poema omerico, soprattutto nell’ “Agamennone” di Eschilo, uno tra i più noti dei poemi del ciclo eroico. Nell’ “Iliade” viene menzionata solamente 2 volte: inizialmente Cassandra era stata promessa ad un alleato troiano (che poi muore successivamente) con cui Priamo  avrebbe stabilito un’alleanza. In seguito, è la prima ad accorgersi sia del rientro a Troia di Priamo sia del carro dove è trasportato il corpo di Ettore; viene quindi citata di nuovo durante il funerale di Ettore mentre intona alcuni lamenti troiani.

La veggente, la quale ha respinto l’approccio del dio Apollo, però, avrà un destino infelice poiché sarà una promessa sposa che non raggiungerà mai il matrimonio.

La vergine aveva subito una violenza in un tempio; Neottolemo aveva ucciso Achille sull’altare di Zeus, successivamente Aiace ha fatto violenza su di lei nel tempio di Atena. Aiace commette quindi una violenza non solo nei confronti di Cassandra, ma anche nei confronti di Atena, la quale, assumendo le sembianze di una statua, volendosi vendicare dell’offesa ricevuta, non gli concede il ritorno in patria, poiché ha commesso una violenza in un luogo sacro. Qui si nota la sfrontatezza di Aiace che continua lo stesso a non avere paura della figlia di Zeus.

Il destino delle donne durante una guerra era quello di diventare schiave di un guerriero. Erano considerate ‘principesse’ solo le donne assegnate a eroi importanti. Cassandra, riportata in patria poiché le aspettava il destino peggiore, ovvero la morte, era stata assegnata ad Agamennone. Nel frattempo la moglie di Agamennone, durante la lunga assenza del marito, si è risposata con Egisto e non voleva accogliere Agamennone. Egli infatti aveva dovuto uccidere una delle loro figlie per volere della dea Artemide, protettrice della verginità e della pudicizia,la quale richiese il sacrificio umano, o la rinuncia alla spedizione troiana. La moglie Clitemnestra ordisce quindi la morte di Agamennone con un inganno, per poi uccidere anche Cassandra.

Anche nell’ “Odissea” è presente  qualche riferimento di Cassandra, in particolare nell’XI canto. Nel poema, Cassandra non è considerata un’eroina, è solo un’indovina, una sacerdotessa, una donna sacra uccisa da Clitemnestra, secondo anche l’opinione dei poeti tragici, tra cui Eschilo. Nella prima tragedia di Eschilo, “La morte di Agamennone”, Cassandra compare per la prima volta in qualità di profetessa, vaticinando la sua morte e quella di Agamennone dopo essere entrata a casa di Clitemnestra. Cassandra esordisce sulla scena in silenzio, in segno della sua incomunicabilità. Nell’opera non c’è traccia della violenza di Aiace e non viene nemmeno considerata “vergine”.

Il coro durante i funerali di Ettore si chiede perché Cassandra abbia invocato proprio Apollo per i canti funebri (tipica attività femminile, importante soprattutto nel mito, nella letteratura e nella pittura), nonostante non sia un dio a cui si addicono i canti funebri. Ed è proprio il coro infatti a soprannominarla ‘profetessa’ per questa ragione. Cassandra scelse proprio Apollo per i canti funebri perché lei aveva già previsto la sua morte.

Un altro dei poemi tragici più importanti è “Le troiane” di Euripide, una tragedia contemporanea in cui ciascun episodio è dedicato a una donna troiana. Apollo protegge la fanciulla e l’ira della profetessa è concentrata su Agamennone. Cassandra risulta quindi essere vittima senza pudore degli uomini. Agamennone pagherà per aver preso come concubina una vergine, votata al matrimonio con il dio Apollo, e allo stesso modo pagherà Aiace. Il rapimento e l’oltraggio saranno fatali, sia per Agamennone che per Aiace. 

Cassandra è dunque una figura paradigmatica, poiché racchiude in se, e nella sua sorte, tutte le voci femminili della tragedia greca.


Marta Capuano 3C

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