Nel mondo sportivo, in particolar modo nell’ambito calcistico, esistono svariati casi di giocatori indagati per aver scommesso su partite del loro stesso sport (considerato reato dai tribunali sportivi): dai più recenti come Ivan Toney, attaccante del Brentford, o Cristiano Doni, ex giocatore dell’Atalanta, a quelli più lontani come il caso di Paolo Rossi, vincitore del mondiale del 1982.
In quest’ultima settimana invece a sconvolgere il mondo calcistico, e soprattutto quello della nazionale italiana, è stata l’accusa di calcioscommesse nei confronti di Nicolò Fagioli, Sandro Tonali e Nicolò Zaniolo.
Il centrocampista della Juventus, accusato per primo tra i tre, è stato indagato quasi casualmente dagli investigatori della squadra mobile di Torino, mentre i nomi di Tonali e Zaniolo sono stati rivelati agli inquirenti da Fabrizio Corona, un personaggio televisivo e imprenditore italiano, che è stato interrogato come testimone.
Successivamente è stata riportata sempre da Corona una presunta compartecipazione al reato dei due giocatori della Roma Nicola Zalewski, successivamente smentita dall’informatore stesso di Corona, e Sardar Azmoun, colto allo stadio mentre guardava una corsa di cavalli (il tribunale sportivo considera però reato solamente scommettere sul proprio sport).
E’ già arrivata l’autodenuncia di Nicolò Fagioli, che dovrà scontare sette mesi di squalifica e altri cinque commutati in prescrizioni alternative, sebbene gli venga permesso di continuare ad allenarsi nel centro sportivo bianconero,e di Sandro Tonali, di cui ora come ora si sa ben poco (oltre al fatto che pare abbia scommesso su partite del Milan l’anno scorso); per quanto concerne invece Nicolò Zaniolo, il suo avvocato afferma che abbia giocato solamente a Poker e BlackJack online, quindi in regola, ma l’indagine resta aperta.
E’ dunque interessante analizzare questo lato oscuro del calcio: la fama e i soldi non riempiono il vuoto di alcuni giocatori, che conducono vite tristi ma soprattutto solitarie (la solitudine è un denominatore comune tra i giocatori che sono stati negli anni coinvolti nel giro del calcioscommesse). Oltretutto questi giocatori sono facilmente influenzabili – non è un caso che entrino in giri illegali – e diventa dunque molto importante la figura del procuratore, dell’allenatore, della famiglia o della compagna: spesso è infatti essenziale che ci sia un punto di riferimento su cui poggiarsi nelle difficoltà, soprattutto per i giocatori più giovani che da un giorno con l’altro si trovano a essere costantemente sotto i riflettori o a dover lasciare amici e famiglia per andare a giocare all’estero, come accaduto a Tonali e a Zaniolo. In una recente intervista Alexis Mac Allister, centrocampista dell’Argentina (con cui è stato campione del mondo lo scorso anno) e del Liverpool, ha sottolineato perfettamente le difficoltà di un giocatore che va a giocare all’estero e ha inoltre evidenziato come diventino essenziali gli affetti, che hanno il compito di supportarti anche se dall’altra parte del mondo.
Inoltre, talvolta è la criminalità organizzata la causa che spinge i giocatori a scommettere, come l’eclatante caso di Andrea Masiello, ex giocatore di Bari, Atalanta e Genoa, che, quando vestiva la maglia biancorossa, è stato protagonista di un clamoroso autogol che permise al Lecce di rimanere in Serie A; nel suo interrogatorio ammise la partecipazione della criminalità organizzata leccese che lo aveva pagato dopo la partita tra le due compagini. Molti giocatori pertanto non sono in grado, comprensibilmente, di gestire e affrontare un problema di questo genere e occorre dunque che le squadre comincino a tutelarli.
In questo momento sono in corso i processi contro Fagioli e Tonali, mentre per quanto riguarda Zaniolo si attendono ulteriori aggiornamenti; ciò che si auspica è che i tre calciatori possano recuperare al meglio attraverso percorsi di recupero appositi e che possano tornare a giocare al più presto.
Filippo Monaco e Samuele Garattini 3E