Qualche settimana fa i rappresentanti d’istituto dei licei Sarpi, Mascheroni, Lussana e Secco Suardo hanno firmato una lettera inviata all’Eco di Bergamo in cui si descrivevano i disagi che il degrado della stazione arreca ogni giorno agli studenti, riportando anche alcune testimonianze dirette, raccolte tramite un sondaggio fatto sul profilo Instagram di Oculista, in cui venivano usate parole come “puzza di merda”.

«Abbiamo deciso di prendere una posizione verso questa condizione di degrado perchè preoccupati per le situazioni che i nostri studenti si ritrovano pa vivere ogni giorno. […] Dopo i tanti e allarmanti episodi che hanno coinvolto la zona della stazione, abbiamo deciso di mandare un messaggio preciso e coeso per riportare l’attenzione sul tema della sicurezza, fondamentale per gli studenti che ogni giorno usufruiscono della stazione per arrivare ai nostri istituti»

Una volta pubblicata, questa lettera sembra essere stata letta dall’amministrazione comunale, che ha deciso d’intervenire la mattina di giovedì 26 settembre con la messa in azione di pattuglie e agenti della Polizia Locale. Si è trattata di una prova di collaborazione tra le scuole e di una vittoria tanto grande da essere riportata sulle storie Instagram delle liste; la stessa Oculista ha riportato una testimonianza in cui una studentessa gioiva per la mancanza dei cosiddetti “barboni” . Presto però gli studenti hanno iniziato a riflettere su quanto accaduto, su come è stato gestito e sui toni utilizzati, che sono stati ritenuti insensibili. Questo scontento si è concretizzato in un dibattito attivo tra gli studenti, tra cui Viola Maggioni è stata la prima a esprimersi tramite una mail rivolta a tutti i suoi compagni con cui, per mezzo di un sondaggio, ha cercato di capire se i senzatetto fossero davvero il problema della stazione.

«Vorrei però chiedere a chi passa più volte al giorno dalla stazione se ritiene davvero che chi rappresenta una minaccia alla nostra incolumità e all’ordine è la stessa gente che stamattina è stata brutalmente cacciata dalla stazione dei pullman»

Viola è stata soltanto la prima fra i molti studenti che si sono pronunciati sulla questione tramite mail o pagine su Instagram, a cui presto si è aggiunta Emma Pinto, attuale rappresentante d’istituto, che ha tenuto a distanziare se stessa ed Evangelista dai metodi con cui l’amministrazione comunale ha deciso di occuparsi della questione, sottolineando come un servizio della Polizia Locale, come quello effettuato in stazione giovedì 26, non possa essere la soluzione a una situazione ben più complessa.

«Parlo da persona che non frequenta la zona della stazione, ma ha amici che invece devono passarci tutti i giorni e trovo inconcepibile la situazione che sono costretti a vivere ogni volta che devono prendere un pullman. D’altra parte però, trovo ancora più inconcepibile che si possano verificare episodi come quello di stamattina (l’operazione della Polizia Locale n.d.r.), e credo sia giusto non generalizzare e soprattutto non prendersela con delle persone che sono lì perchè magari non hanno davvero un altro posto in cui stare»

Qualche giorno dopo si è espressa anche l’altra rappresentante di Evangelista, Margherita Cortesi, citando un recente incontro tra il questore, Andrea Valentino, e i rappresentanti delle liste firmatarie della lettera inviata all’Eco di Bergamo, in cui sarebbe emerso che l’operazione di giovedì 26 settembre non sia stata un’iniziativa creata per venire incontro alle richieste degli studenti, ma che sia stata un’operazione già programmata e che semplicemente sarebbe stata anticipata alle ore 7.00. 

«Venerdì 27 settembre io e i rappresentanti del Mascheroni, Secco Suardo e Lussana siamo andati a parlare con il questore di Bergamo, per un incontro con noi voluto da lui stesso. […]

L’operazione della mattina, che abbiamo saputo essere solo stata spostata di orario rispetto agli altri giorni, è stata inutile e senza senso.»

Se ciò è vero, ci si potrebbe chiedere se quanto fatto dal comune di Bergamo non sia stato mosso dalla genuina volontà di risolvere un problema, quanto più un modo per silenziare le lamentele. Margherita Cortesi ha dichiarato che durante questo incontro, lei, Emma e altri due rappresentanti si sono dimostrati molto contrariati rispetto a quanto accaduto. Il questore avrebbe detto che questo genere di operazioni sono pratiche frequenti e che ciò che è successo giovedì era già stato programmato e successivamente, dopo la lettera mandata all’Eco di Bergamo, spostato alle 7.00; tuttavia avrebbe precisato che ciò non è stato fatto per mettersi in buona luce agli occhi degli studenti. Inoltre Margherita ha tenuto a sottolineare come in realtà lei ed Emma non fossero dal principio pienamente convinte dell’iniziativa, ma che non si sono opposte per non venire meno alla coesione tra i rappresentanti delle varie scuole, tanto promessa durante la campagna elettorale dell’anno scorso.

Per avere maggiori chiarimenti ho scritto al questore di Bergamo, Andrea Valentino, che mi ha detto che ciò che è successo giovedì mattina non è stato nè uno sgombero nè un blitz, ma più un servizio straordinario di controllo del territorio, un tipo di operazione che si svolge generalmente due volte a settimana su diverse fasce orarie.

«Non si è trattato di uno sgombero (si sgomberano aree occupate, case), ma ovviamente come di solito accade nel corso di queste operazioni, sono state controllate persone presenti, che successivamente […] sono solo state identificate sul posto, poi la Polizia Locale con i servizi sociali ha proposto ai cosiddetti “senzatetto” eventuali sistemazioni e successivamente l’area è stata ripulita e igienizzata.»

Ha poi aggiunto che questi servizi dipendono dall’attività informativa della Polizia e dalle segnalazioni dei privati cittadini o utenti dei servizi di trasporto, e che quindi non si tratta di un’operazione di pulizia della propria immagine pubblica.

«In particolare con riferimento agli orari di maggior afflusso di studenti in quella zona è stato deciso di fare sostare alcune pattuglie delle forze dell’ordine, proprio al fine di dare una maggiore percezione di sicurezza.»

Alla domanda sul ruolo di questi servizi nella risoluzione dell’ampio problema del degrado della zona della stazione, il questore ha risposto che si tratta di operazioni mirate a dare una percezione di maggiore sicurezza, a prevenire ed eventualmente a reprimere fenomeni come lo spaccio o episodi di furti e risse, aggiungendo anche che non si tratta di una questione di solo ordine e sicurezza pubblica ma va affrontata da un punto di vista sociale e assistenziale.

L’ultima lista a esprimersi è stata Oculista, le cui attuali candidate, Cecilia Lorenzi e Ludovica Giordanino, si sono dissociate da quanto fatto dalla rappresentante dell’anno scorso, Beatrice Carlessi, e da Edoardo Bruschi, che invece si era candidato senza riuscire a essere eletto.

«Premettendo che io e Cecilia non abbiamo idea di quali richieste siano state avanzate, né tanto meno sulla base di quale raccolta dati (le firme che hanno acconsentito alla presentazione del documento sono di Margherita, Emma e Beatrice, ex rappresentanti in carica. Le storie sul profilo di Oculista sono state gestite da Beatrice), siccome è stata un’iniziativa intrapresa alla fine dell’anno scorso.»

Approfondendo la questione, Ludovica ha detto di pensare che per quanto riguarda il termine “barboni” probabilmente si è trattata di una leggerezza da parte di Beatrice Carlessi e che non avrebbe mai utilizzato intenzionalmente un tono discriminatorio nei confronti di persone senza una fissa dimora. Per quanto riguarda invece “la puzza di merda”, Ludovica dichiara che una rappresentante del Mascheroni, Raffaella Rodari, avrebbe chiesto a Beatrice Carlessi di fare copia e incolla delle sue stories e di ripostarle sul profilo Instagram di Oculista.

Alla fine di questa questione, dopo aver cercato di ricostruire gli eventi nel migliore dei modi e sentito molte delle persone coinvolte (che ancora ringrazio per la pazienza), quello che mi ha colpita maggiormente è stata la sensibilità con cui il dibattito tra gli studenti ha trattato il tema dei senzatetto, che in questa storia sono protagonisti e comparse allo stesso tempo, cosa che sinceramente non mi aspettavo da una scuola che spesso, a parer mio, sembra far di tutto per sopraelevarsi rispetto agli altri licei, in virtù di una supposta superiorità culturale; a proposito di ciò vi ripropongo un estratto della mail di Matteo Marchisio, in cui si parla proprio del punto di vista dei senzatetto.

«Riportiamo i loro racconti senza purtroppo poterne verificare la veridicità, ma, data l’esperienza avuta, con nessuna difficoltà nel crederli. Una signora di più di cinquant’anni lamentava di come era stata svegliata dalla leccate dei cani della polizia e mostrava un morso sulla mano; una ragazza più giovane accusava invece le forze dell’ordine di essere state non particolarmente delicate nel trattamento di un’altra ragazza con disabilità intellettive, la quale non essendo capace di intendere la situazione, aveva abbandonato la sua posizione nel momento in cui tutti i presenti erano stati costretti ad alzarsi e distribuirsi lungo il muro divisi in gruppi. Tuttavia il più condiviso motivo di lamentela era il fatto che le forze dell’ordine fossero arrivate provviste di badili, con i quali hanno raccolto ed eliminato molti degli effetti personali dei senzatetto quali sacchi di cibo, bottiglie e taniche d’acqua, buste, oggetti vari, coperte e materassi.»

Rebecca Madravio 5ªA

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