Category Archives: Senza categoria

Festival di fotografia “Noi, qui” -Monastero del Carmine, ex magazzini del Sale

Festival di fotografia “Noi, qui” -Monastero del Carmine, ex magazzini del Sale

Bergamo, Città Alta

Coraggio, futuro, emancipazione, solidarietà, immigrazione, queste e molte altre sono le tematiche che riescono a raccontare le 12 mostre fotografiche che arricchiscono le antiche mura del monastero e dell’ex magazzino.

Prima fra tutte le esposizioni quella di Deanna Dikeman che per ventisette anni ha deciso di fotografare i propri genitori nel momento in cui si rimetteva in viaggio da Sioux City, fino alla morte della madre. Riguardare queste foto l’aiutava ad affrontare la tristezza della partenza, e solo in un secondo momento diventa il progetto, adesso visibile, con il nome di “Leaving and Waving”.

Affronta una tematica differente Patrizia Rivera e “La liberazione della follia” che immortala i pazienti con problemi psichici nei loro momenti di dolce e amorevole realtà.

Julio Bittencourt racconta le favelas e l’emarginazione dei residenti sfrattati dalle proprie dimore. “In a window of prestes maia 911 building”, la storia individuale di chi abita nella più grande casa occupata al mondo.

“Io non scendo” è lo slogan che accompagna una sequenza di foto anonime, raccolte da Laura Leonelli, raffiguranti su degli alberi delle donne che hanno deciso di raggiungere un altro punto di vista per cambiare il mondo.

Lo stesso è il desiderio di Nick Brandt dopo aver visto la distruzione di Zimbabwe, Kenya e Bolivia causata dal cambiamento climatico. ”The day may break”: una serie di scatti che ritraggono le persone e gli animali che sono sopravvissuti alla catastrofe ambientale.

Regalano un po’ di colore alla mostra i collage di Cooper & Gorfer raggruppati sotto il nome di “Between these folded walls, Utopia”. Raccontano la storia di donne migrate in Svezia tra lotte, cadute, forza e ripresa.

In seguito “Apnea” di Fausto Podavini che documenta il lavoro di Medici Senza Frontiere in Ciad, “Roma Revolution” curata da Alessandro Gandolfi che concentra l’attenzione su un gruppo di ragazze romanj e la loro quotidianità, “Elementi” di Edoardo Delille che coglie la purezza del territorio che lo circonda.

Spostandosi nel secondo edificio è possibile ammirare la mostra di Sebastian Gil Miranda “Na Ponta Dos Pés”. Essa immortala una scuola allestita nelle favelas colpita da un conflitto armato. Concludono “Cover me with gold” di Gianmarco Maraviglia che ha come protagonista una squadra di calcio milanese composta da giocatori immigrati, e “Progetto Sport” realizzato da Maurizio Galimberti che ha modificato foto di alcune delle più famose icone sportive mettendo in rilievo alcune loro caratteristiche.

Federica Crapanzano 4E

QUIZ: Che tipo di innamorato sei a San Valentino?

QUIZ: Che tipo di innamorato sei a San Valentino?
  1. Qual è il tuo appuntamento ideale?
  1. A casa con la pizza e un bel film su Netflix
  2. Uno speed date molto easy
  3. Balzo, non mi piacciono gli appuntamenti
  4. In un ristorante a lume di candela

2. Cosa preferiresti ti regalasse il tuo partner a San Valentino?

  1. Una scatola di cioccolatini (anche se è Mercoledì di Quaresima)
  2. Nulla, cerco solo un partner occasionale
  3. Di un regalo materiale non mi faccio nulla
  4. Una rosa va più che bene

3. Pensi che esista l’anima gemella?

  1. Sì, però la mia non ricambia…
  2. Sinceramente non credo in queste cose
  3. Ora come ora non è il primo dei miei pensieri
  4. Certo che sì! La trovi quando meno te lo aspetti.

4. Qual è il tuo film romantico preferito?

  1. La la land
  2. Come farsi lasciare in 10 giorni
  3. 10 cose che odio di te
  4. Le pagine della nostra vita

5. Quante cotte hai preso nella tua vita?

  1. Solo una e non l’ho mai superata…
  2. Una a settimana
  3. Boh
  4. Pochissime ma intense

6. Quanto sei romantico?

  1. Troppo
  2. Preferisco i fatti alle parole
  3. Romanticismo? È un tipo di pasta?
  4. Mi piacciono i piccoli gesti dolci ma senza esagerare 

7. Come ti comporti quando ti interessa qualcuno?

  1. Sogno tutte le notti di dichiararmi, ma appena lo vedo nella vita reale scappo
  2. Cerco di farmi notare finché non si fa avanti
  3. Aspetto finché non guarisco
  4. Mi assicuro che l’interesse sia ricambiato e poi glielo dico esplicitamente

8. Come reagiresti se il tuo partner ti lasciasse?

  1. Se solo avessi un partner ci potrei pensare
  2. Posso finalmente passare a un altro
  3. Quale ragazzo dovrebbe lasciarmi?
  4. Mangerei gelato al cioccolato in pigiama sdraiata sul divano per il resto della mia vita

Maggioranza di opzioni a

A San Valentino sei la classica persona che piange tutto il giorno perché i suoi film mentali non si sono realizzati (anche se l’anno scorso ti eri ripromesso di farti avanti).

Maggioranza di opzioni b

Sei decisamente più un tipo da “incontri occasionali” e dunque per te San Valentino è un giorno qualsiasi che non necessita di festeggiamenti particolari.

Maggioranza di opzioni c

A quanto pare San Valentino non ti riguarda: l’amore non è proprio nei tuoi interessi e preferisci passare il tempo in modo diverso.

Maggioranza di opzioni d

Non vedevi l’ora che arrivasse il giorno di San Valentino per poterlo festeggiare al meglio con il tuo partner. Ormai sei l’amico del gruppo fidanzato da anni; per te l’amore è cosa sacra e da prendere sul serio.

Maria Fiorina 4^E

Giulia Pilenga 1^E

Un mito nella moda: Jane Birkin

Un mito nella moda: Jane Birkin

Jane Birkin era una cantante, attrice e icona di stile ed eleganza. Di origine britannica, nacque nel ‘46 a Londra. L’approccio con il mondo dello spettacolo avvenne quando la giovane Jane scoprì di nutrire un forte interesse per il teatro, infatti a 17 anni decise di intraprendere questo percorso. Iniziò quindi a cantare in alcuni musical, incitata da John Barry, noto compositore inglese che 2 anni dopo divenne suo marito.

Il debutto cinematografico di Jane Birkin avvenne con la pellicola Non tutti ce l’hanno, sotto la direzione di Richard Lester, ma è con il film successivo, Blow-Up, diretto da Michelangelo Antonioni, che diventò un personaggio molto discusso nel panorama inglese, a causa di una scena in topless. La cantante decise così di abbandonare l’Inghilterra e andare a vivere in Francia. Qui, nel ‘68, durante le riprese del film Slogan, incontrò il musicista Serge Gainsbourg. Un colpo di fulmine per entrambi: un amore che durò fino al ‘80. Poco dopo il loro incontro, la coppia ottenne grande popolarità grazie al brano Je t’aime…moi non plus. Tale canzone, ai quei tempi, fu oggetto di scandalo per la presenza dei gemiti della Birkin, non passò inoltre inosservato il testo dal carattere esplicito. La successiva storia d’amore, quella con il regista francese Jacques Doillon, spinse la Birkin ad abbandonare la sua immagine di ragazza sexy e sbarazzina. Con l’aiuto di Doillon, Birkin dimostrò di essere in grado di recitare anche ruoli più complessi.

Successivamente, insieme alla sua terzogenita, Jane lanciò una linea di abbigliamento per la casa di moda “La Redoute“. Nel 1983, su un volo Air France Parigi-Londra, Jean-Louis Dumas, a capo di Hermès, si ritrovò ad avere come vicina di posto Jane. Tra loro, subito, iniziò una conversazione vivace, fatta di scambi di idee e intuizioni. Fino a che l’agenda di Jane non le cadde dalle mani, spargendo ovunque gli appunti: «Nessuna agenda e nessuna borsa riescono a contenere tutti i miei fogli» dice lei. E Jean le promette di creare apposta per lei una borsa che sia capiente e allo stesso tempo elegante. Nel ‘84 nacque così un mito della moda, la leggendaria Birkin, consacrato dalla sua comparsa al braccio delle donne più ammirate della fine del Novecento e dall’alta desiderabilità data dall’essere sì raggiungibile, ma a patto di essere disposte ad accettare liste di attesa lunghissime. Nel ‘87 Birkin scelse di allontanarsi dal mondo del cinema per dedicarsi esclusivamente al teatro.

Il 16 luglio 2023, a 76 anni,  Jane Birkin è stata trovata senza vita nella sua casa a Parigi. Le cause della sua morte sono ancora ignote. Sappiamo solo che nel 2002 aveva vinto la battaglia contro la leucemia e che nel 2021 aveva avuto un lieve ictus. Ci sono mille motivi, più o meno razionali, per adorare Jane Birkin: lanciandosi nella mischia senza mai abbandonare una sorta di garbata provocazione, ha imposto una visione singolare e personalissima della femminilità, non è mai apparsa schiava delle tendenze. Al contrario, è affascinante il modo in cui ha influenzato la moda fin dagli anni Sessanta, con quel suo «effortless chic» che va in direzione opposta ai codici tradizionali e le ha dato un vantaggio di mezzo secolo su tutti gli altri. Jane Birkin era tutto tranne che una musa professionista, ma è diventata un’icona di stile quasi suo malgrado. Jane ha definito il significato di bohemien cool e, soprattutto, ha incarnato il concetto di fiducia in sé e di libertà, qualità che si riflettevano nelle sue scelte di abbigliamento, anche quando indossava molto poco. Falsa ingenua ma autentica lolita (anche se era già madre), ha imposto il cestino di vimini anche sulla scalinata di Cannes, le frange, i corti, le trasparenze, il denim, la maglietta o il maglione abbondante che lasciava scoperta la spalla e la voce acuta sussurrante, sempre sul punto di incrinarsi. La sicurezza fa parte del suo stile. Non si separava mai dal suo cesto di vimini portoghese, acquistato in un mercato londinese, non importava se le venisse vietato l’ingresso in locali chic come il Maxim’s. 

Ginevra Sansoni 4C

Mariasole Marro 5B

Giulia Klizia Bracco 4C

INTERVISTA AI CANDIDATI D’ISTITUTO

INTERVISTA AI CANDIDATI D’ISTITUTO

Evangelista

Per chi ancora non vi conosce, chi siete?

Margherita: ciao io sono Margherita Zagaria Cortesi e sono in 4ªF.

Emma: io sono Emma Pinto e sono in 3ªE.

Perché avete deciso di ricandidarvi?

Margherita: mi ricandido perché l’anno scorso mi è piaciuta tanto come esperienza e sono molto legata al Sarpi, dato che mi ha cambiata da quando sono entrata e mi piace tanto fare qualcosa di utile per le persone e in questo modo, secondo me, ho la possibilità di farlo.

Emma: io invece ho deciso di candidarmi perché è da quando sono in prima che sogno di candidarmi a rappresentante d’istituto, perché mi piace aiutare le persone e, dopo aver visto cosa non funziona al Sarpi, mi piacerebbe portare un minimo di cambiamento sui punti che vanno migliorati.

Cosa pensate del programma dello scorso anno e di quello che siete riuscite a fare?

Margherita: l’anno scorso è stato il primo anno per me ed ero in un ambiente totalmente nuovo, abbiamo fatto sicuramente degli errori ma è stato molto formativo e ci ha fatto vedere come si lavora in questo campo. Quest’anno le proposte sono molte di più e le abbiamo strutturate anche in base a cosa eravamo riuscite a fare l’anno scorso, siamo molto fiere delle proposte perché pensiamo vi sia stato un upgrade e speriamo sempre di poterci migliorare.

In che cosa consiste questo upgrade? In cosa pensate sia migliorato il nuovo programma rispetto a quello dell’anno scorso?

Margherita: quello dell’anno scorso era meno innovativo, era più un portare avanti cose degli altri anni. Quest’anno abbiamo cercato di trovare un punto di slancio per nuove attività. 

Emma: Siamo molto fiere del programma di quest’anno perchè davvero crediamo che offra delle possibilità in più agli studenti di vivere la scuola con delle opportunità che non riguardano prettamente le 5 o 6 ore in classe ma poter ampliare un proprio bagaglio culturale.

Nel programma di quest’anno avete riproposto i tornei sportivi in collaborazione con il Mascheroni e il Sant’Alessandro, perché l’anno scorso non sono stati fatti? E perché pensate che quest’anno riuscirete a farli?

Margherita: L’anno scorso è stata una questione di tempo, siamo state elette praticamente a dicembre e quindi l’organizzazione è stata rimandata di troppo. Visto che le elezioni si svolgono prima e i tornei possono iniziare prima, stessa cosa nelle altre scuole perchè alla fine si tratta di cercare di venirsi incontro coi tempi, quest’anno speriamo che possa essere più fattibile.

Quest’anno nel vostro programma ci sono molte proposte, visto che quelle dell’anno scorso non sono state realizzate tutte, perchè avete deciso di aumentarle?

Margherita: Secondo me, le proposte dell’anno scorso erano diverse, posso pensare per esempio al color party, era una proposta su cui puntavamo molto però alla fine l’Edonè non si è voluto prendere l’onere della pulizia, quindi abbiamo cercato di rivisitare alcune cose cercando di renderle più attuabili, io ed Emma abbiamo lavorato molto bene insieme, oltre che come rappresentanti, come amiche, quindi è stata una cosa che è venuta da sé.

Emma: in più con il cambio di presidenza, di tutte le cose che abbiamo portato nel programma ne abbiamo parlato con il preside e lui ci ha detto che, in caso di elezione, sono tutte fattibili e realizzabili, per questo risultano tante ma il preside ci ha dato la sua parola, se così possiamo dire, di una loro effettiva realizzazione in caso di elezione.

Margherita: molte cose che abbiamo proposto quest’anno l’anno scorso non sarebbero mai state possibili da attuare.

Avete qualcosa da aggiungere?

Margherita: vi siete sempre fidati di Evangelista, fatelo ancora perché con gli anni si migliora, sempre, come il vino.

Oculista

Direi di partire con una presentazione, chi siete?

Beatrice: siamo Beatrice Carlessi di 5ªB

Edoardo: ed Edoardo Bruschi di 5ªF.

Perché avete deciso di candidarvi?

Beatrice: io personalmente stavo pensando di candidarmi da due annetti e stavo cercando una persona con cui mi trovassi effettivamente bene. L’anno scorso verso metà della quarta ho conosciuto Edo e abbiamo deciso di candidarci insieme.

Edoardo: esatto.

Pensate che essere una lista nuova vi svantaggi?

Edoardo: Ni, sicuramente non abbiamo la stessa notorietà di evangelista, in quanto esiste da 6 o 7 anni, ma è anche vero che non abbiamo commesso errori l’anno scorso proprio perché non eravamo eletti, per cui siamo meno criticabili sotto certi punti di vista.

Quali sono i punti forti del vostro programma?

Beatrice: sicuramente uno dei nostri punti forti sono i relatori che abbiamo intenzione di portare, soprattutto Barbero. È una cosa mai proposta al Sarpi, abbastanza realizzabile, nel senso che anche i nostri amici del Mascheroni l’hanno contattato e lui si è dimostrato molto disponibile.

Edoardo: non solo, anche Benigni andrà al Mascheroni.

Beatrice: vero. Poi un altro nostro punto forte è che teniamo molto in considerazione le classi prime, e anche le commissioni sono un punto forte visto che nel nostro programma le spingiamo molto.

Edoardo: esatto, la nostra idea per le commissioni era sicuramente quella di rivitalizzarle  e di renderle più attive, introducendo, oltre le aule studio, la mensa universitaria e il credito che verrà riconosciuto agli studenti che parteciperanno alle commissioni, non solo ai referenti, dopo un totale di 20 ore, come pattuito con il preside. Inoltre se dovessi aggiungere altri punti in favore della nostra lista citerei sicuramente l’introduzione dei dibattiti di pausa caffè, in quanto offrono la possibilità di assistere a un serio dibattito fatto da professionisti che si occupano di politica e fanno politica per vivere, inoltre sicuramente gli studenti potranno farsi un’idea su temi d’attualità che decideremo insieme. Infine citerei come ultimo punto la creazione della serata Infinity, che a differenza di altre serate che che sono state proposte da altre liste, verrà gestita dai rappresentanti di Sarpi, Mascheroni, Lussana e Secco Suardo che, proprio in quest’ottica, non è gestita da persone esterne che hanno come fine il guadagno, per cui gli introiti verranno impiegati per le feste successive e cercheremo di autofinanziarci, nei limiti del possibile; ovviamente non potremo azzerare i costi delle feste ma li abbasseremo considerevolmente. Un altro punto a favore di questa serata è che nasce con l’intento di creare identità e coesione tra scuole, proprio per questo propone agli studenti di queste 4 scuole uno sconto che oscillerà tra il 25 e il 30% circa sul prezzo d’ingresso.

Perché i sarpini dovrebbero scegliervi?

Beatrice: secondo me dovrebbero votarci per portare novità e una nuova aria al Sarpi, visto che sia io che Edo siamo di quinta quindi abbiamo visto il Sarpi per 5 anni.

Edoardo: abbiamo sicuramente più esperienza e anche per i punti di forza citati in precedenza.

Avete qualcosa da aggiungere?

Beatrice: votate oculista!

Lista Uovo

Innanzitutto: chi siete?

Emanuele: noi siamo Emanuele di Filippo di 4a

Beatrice: e Beatrice Donvito di 5e

Emanuele: e insieme siamo la lista uovo,

Beatrice: la lista che si sbatte.

Perché avete deciso di ricandidarvi?

Emanuele: per me sarebbe la prima volta in realtà, per lei la terza. Pensiamo e ci auguriamo di poter dare ancora tanto di quello che abbiamo a questa scuola.

Beatrice: io mi ricandido perchè è un’esperienza che mi piace tantissimo ed essere un po’ la voce dei sarpini è sicuramente gratificante perché ti dà tante responsabilità a cui io credo di essere sempre riuscita a tener testa. Mi vedo nel ruolo e mi piace farlo.

Cosa pensate del programma dell’anno scorso?

Beatrice: tutto quello che abbiamo proposto è quello che abbiamo portato avanti in tutte le misure. Quello che non è riuscito non è dipeso da noi, ad esempio la questione apericena, come ho detto in propaganda. Quindi ecco, non è per toglierci responsabilità, ma per essere sinceri fino in fondo.

Il programma nuovo in cosa è cambiato e migliorato?

Emanuele: io il programma dell’anno scorso l’ho vissuto più in terza persona, nel senso che non mi riguardava principalmente. Quest’anno il nostro obiettivo è stato proprio la concretezza. Infatti tutte le proposte che abbiamo portato, a partire dal ballo delle quinte fino alle feste e tutto quello che abbiamo proposto, è stato innanzitutto già approvato dal preside e poi sono cose molto fattibili, ad esempio l’apericena noi non ci siamo più sentiti di portarla in propaganda in quanto l’iter sarebbe davvero lungo e difficile. E sinceramente proporre l’apericena per il secondo anno di fila e non portarlo a termine non ce la siamo sentita e di conseguenza abbiamo portato una soluzione molto più fattibile e realizzabile.

Beatrice: esatto, e proprio perché l’anno scorso dell’apericena mi sono occupata io in prima persona so cosa vuol dire e so che i professori in primis non sono disposti a prendersi le responsabilità di alcun tipo, lo stesso lo era per il preside. Il preside, per quanto possa essere intenzionato a farlo non dipende solo da lui, ma anche dai professori. Senza professori non si può fare niente.

L’anno scorso avevate proposto la proiezione in collaborazione con la commissione cinema in terrazza, ma non è stata fatta. Perché non è stata fatta e perché quest’anno pensate di poterla fare?

Beatrice: allora l’anno scorso non è stata fatta per lo stesso problema delle aule studio, ovvero non c’erano professori che facessero vigilanza. Quest’anno il dirigente ha organizzato in maniera diversa quelle che sono le aule studio. Ci sono dei professori che hanno una disponibilità di ore da impiegare che l’anno scorso non c’era.

Poi anche l’acquisto del proiettore l’anno scorso non era possibile, mentre quest’anno abbiamo avuto diverse convenzioni, per esempio con l’oratorio di San Paolo che ci darà appunto dei film, anche recentissimi (avendo loro un cinema all’interno dell’oratorio). La scuola poi potrà sostenere il costo di un proiettore che noi poi ci auguriamo di rimborsare proprio attraverso la visione di questi film che infatti costeranno 1/2€ a visione.

Perchè quest’anno proponete di spostare il ballo delle quinte in terrazza, anziché farlo in qualche villa?

Emanuele: abbiamo deciso di cambiare focus per trovare una soluzione a quello che era l’apericena, quindi garantire agli studenti di quinta di vivere un momento bello all’interno della scuola, non perché l’anno scorso il ballo non fosse andato bene, ma vista l’impossibilità di portare l’apericena abbiamo deciso di portare qualcosa di concreto che fosse al 100% fattibile. Io sinceramente se fossi in quinta preferirei fare il ballo delle quinte nella scuola che è stata sfondo di difficoltà e quant’altro per 5 anni piuttosto che in un luogo esterno.

Beatrice: esatto, per avere una nuova tradizione che non sia più l’apericena, per ovviare a questa cosa abbiamo pensato al ballo, che potenzialmente si poteva fare in una villa ma per avere un’alternativa all’apericena abbiamo pensato di spostare il ballo, che prima o poi sarà fatto da tutti.

Volete aggiungere qualcosa?

Emanuele: vi ricordiamo mercoledì 18 ottobre di votare bene e di votare Lista Uovo.

Beatrice: esatto, confermo quanto detto.

Rebecca Madravio 4ªA

Maria Fiorina 4ªE

Talent Farm

Talent Farm

Teoria e pratica non si alternano mai. È questa la più grande problematica del sistema scolastico in Italia. E dire che, sulla teoria, i nostri studenti sono tra i più formati al mondo. Il problema è questo: troppo spesso, la loro maggiore aspirazione è arrivare a fine anno con il massimo dei voti, perciò non pensano a vivere e ad accumulare esperienze formative. Quindi, capita che cinque o dieci anni di studio matto e disperatissimo non bastino non solo per trovare un lavoro, ma nemmeno per acquisire le competenze necessarie a farlo.

Ed ecco che arriva TalentFarm, un progetto pensato per colmare il vuoto tra mondo della scuola e mondo del lavoro. Attraverso incontri con aziende, organizzazioni e università, gli studenti avranno modo di comprendere fin dai primi anni di liceo cosa vogliono per il loro futuro. Configurandosi come no-profit, l’associazione fa dei contributi dei propri collaboratori la sua forza: gli studenti costituiscono la componente che impara attraverso esperienze e arricchisce le aziende con uno sguardo all’avanguardia e una mentalità innovativa, le aziende permettono ai ragazzi di capire concretamente come funziona il “mondo dei grandi” e di non sentirsene esclusi da e per sempre, le scuole fanno da tramite tra le due parti.

Per gli studenti, venire a contatto con queste realtà il prima possibile sarà un vantaggio straordinario: svilupperanno competenze che non avrebbero potuto ottenere altrimenti e potranno guardare al loro futuro con qualche speranza o, perché no, certezza in più.

Il futuro fa paura, è vero, ma ne fa un po’ meno se qualcuno ci aiuta ad affrontarlo: fatti aiutare da TalentFarm.

Abbiamo anche una pagina Facebook, un sito e, molto presto, un’app.

 

Maskandra: Star Wars- La saga colpisce ancora

Maskandra: Star Wars- La saga colpisce ancora

“Tanto tempo fa in una galassia lontana lontana…”

Poi la scritta gialla che compare sullo schermo, la colonna sonora, e ti senti pervadere da un’eccitazione forse esagerata, perché in fondo è solo un film, ma di fatto non è solo un film. E’ la saga cinematografica più famosa di tutti i tempi, con ben 9 premi Oscar vinti (un record, considerato che l’Academy di solito non apprezza il genere fantascientifico) e un fandom di tutte le età che probabilmente è il più grande del mondo, perchè tutti amano Star Wars.

Tutto iniziò nel lontano 1977, quando “Una nuova speranza” debuttò nei cinema Americani. Nessuno sapeva cosa aspettarsi, nessuno aveva mai osato produrre una pellicola del genere, in tempi in cui gli effetti speciali erano praticamente inesistenti, e probabilmente lo stesso George Lucas, creatore della saga, non si aspettava una grande accoglienza.

Invece quel primo film segnò l’inizio di un era destinata a non tramontare mai, creò un mondo fantascientifico che non fu mai più eguagliato e dei personaggi che sono diventati storici: Luke Skywalker, la Principessa Leia, Han Solo, Chewbacca, ma soprattutto Darth Vader, il cattivo più famoso di sempre, e forse anche il più amato.

Tre anni dopo, ecco il sequel che tutti stavano aspettando, con la storica rivelazione “Luke, io sono tuo padre” a causa della quale molti spettatori sono ancora ricoverati in stato di shock; e se dunque questi poveri spettatori non seppero mai come andò a finire tra Luke e Darth Vader, tutti i sopravvissuti poterono scoprirlo nel 1983, quando uscì “Il ritorno dello Jedi”, destinato ad essere l’ultimo film della trilogia.

Ma ovviamente non poteva finire cosi, nessuno era pronto a dire addio alla saga; certo, i fan hanno dovuto penare un bel po’, ma finalmente nel 1999 uscì al cinema il primo dei tre prequel dedicati a Guerre Stellari, incentrati sulle vicende di Anakin Skywalker prima che egli diventasse il malvagio Lord Fener e della principessa Padmè Amidala. L’accoglienza non fu calda come per i tre capitoli precedenti, a causa delle incongruenze tipiche dei prequel e, diciamocelo, anche perchè i fan ormai erano affezionati a Luke, a Leia e a Han Solo: ci si poteva consolare con la presenza di C-3PO e C1-P8, ma non era la stessa cosa. Nonostante ciò i film ebbero comunque un enorme successo al botteghino, grazie ai fan che non abbandonarono la saga, ma ricevettero anche molti commenti negativi da parte della critica; il succo del discorso è: come la trilogia originale non ce n’è.

Ancora una volta però il fenomeno Star Wars non era destinato a chiudersi. Complice l’enorme marketing realizzato attorno alla saga, con pupazzetti di Darth Vader e finte (purtroppo) spade laser, la Forza di Guerre Stellari non si spense. E infatti oggi, 10 anni dopo l’uscita dell’ultimo dei tre prequel, e a ben 38 anni dall’uscita del primo film della saga, siamo qui a festeggiare l’uscita dell’Episodio VII: dopo tanti anni di attesa i nostri desideri sono stati esauditi. E se aspettare 2 anni per l’Episodio VIII ci sembra troppo, non ci dobbiamo arrendere, possiamo e dobbiamo resistere, ricordandoci che non siamo soli.

La Forza è con noi.

Nicol Giraldi, 5 G (Liceo Mascheroni)